I sussidi energetici in economia e finanza statale sono misure incentivanti atte a mantenere i prezzi per i consumatori di energia al di sotto dei livelli di mercato, o per i produttori rispettivamente al di sopra, ovvero riducono i costi per i consumatori e produttori.[1] I sussidi energetici possono consistere in trasferimenti di denaro diretti ai produttori, consumatori e organismi affini, nonché in indiretti meccanismi di sostegno, quali esenzioni fiscali e sconti, controllo dei prezzi, restrizioni commerciali e limiti di accesso al mercato. Con questo sistema si può indirizzare lo sviluppo di importanti industrie energetiche moderne, favorendo determinate fonti di energia.[2]
In quasi tutti i paesi del mondo la maggior parte dei sussidi statali viene destinata alle fonti di energia fossile (petrolio, carbone), e solo in piccola o minima parte alle energie rinnovabili (eolico, solare, idroelettrico, ecc), in un rapporto che si aggira intorno al 97% di investimenti in fonti fossili, contro il restante 3% in tutte le altre fonti di energia rinnovabile[senza fonte]. Nel 2011 i sussidi alle fonti fossili hanno raggiunto 90 miliardi di dollari nei paesi OCSE e oltre 500 miliardi di dollari in tutto il mondo.[3]
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